Categorie: Cronaca
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20 Settembre 2024 05:25

Marina Brambilla, il collegamento tra Iulm e Statale: “Cosa suggerisco ai giovani attuali? Afferrare tutte le occasioni e assecondare anche gli interessi personali”

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Milano, 20 settembre – Marina Brambilla ricorda i suoi primi giorni come studentessa di lingue alla Iulm, prima dell’apertura del campus su via Bo.

È passata da un lavoro d’interprete e traduttrice all’incarico accademico e presto assumerà il ruolo di prima rettrice della Statale di Milano a partire da ottobre. Brambilla ammette di guardare avanti, focalizzandosi su progetti futuri piuttosto che rivangare il passato. Tuttavia, il titolo di “Alumna dell’anno” recentemente consegnatole dall’Iulm rappresenta per lei un’opportunità di collegare le esperienze passate con il futuro.

Ricorda il tempo in cui l’Iulm, essendo più piccolo e posizionato nel centro della città, si trovava in Piazza dei Volontari.

Ha visto il campus crescere, proprio come spera di vedere crescere la Statale di Mind. Guardando indietro, riflette sull’evoluzione dell’architettura universitaria di Milano e l’impatto che ha avuto sulla sua vita.

A quanto pare, consiglierebbe agli studenti di oggi di sfruttare tutte le opportunità, scegliendo un percorso di studio che miri non solo a prospettive di carriera, ma anche a interessi personali. Nonostante la sua carriera, la sua passione per le lingue e le letterature straniere è rimasta, spingendola verso l’idea di un’università sempre più internazionalizzata.

Come studentessa, ha afferrato le opportunità offerte, come partecipare al programma Erasmus a Innsbruck.

Il test più complicato? “L’ho conservato per l’ultima: Filologia tedesca. Ho studiato duramente per questo, sapendo che il docente aveva alte aspettative. Ho sempre avuto un amore per lo studio, ho selezionato accuratamente le mie esame: è essenziale scoprire una rotta che ti avvince. Ho conseguito la laurea con una tesi su Siegfried Lenz”. Un pieno voto di 110 con lode? “Esatto.

Subito dopo aver ottenuto la laurea, ho avviato la mia carriera come interprete e traduttore. Questa esperienza mi è stata molto utile, anche per sviluppare servizi per gli studenti alla Università degli Studi di Milano, come il Centro Linguistico. Ero affascinata dall’idea di condurre ricerche, quindi ho cercato e ottenuto questa opportunità, ricevendo una borsa di studio per un dottorato a Pavia e passando poi due anni in Germania”. Quando hai fatto il tuo debutto come docente? “A IULM, ho svolto il ruolo di docente a contratto per quattro anni.

Amo molto anche l’aspetto didattico dell’insegnamento. Nel 2003 ho vinto un concorso come ricercatrice in Mediazione Linguistica alla Università degli Studi di Milano che mi ha dato l’opportunità di crescere. Il dipartimento era appena stato istituito”. E poi è “esploso”… “Sì, ricordo lezioni con 200 studenti presenti, che non erano facile. C’è stato un bisogno di razionalizzazione, ed è servito. Ho insegnato anche in Scienze politiche e in Relazioni internazionali, ho sempre accettato nuove sfide”.

Il periodo più arduo della tua carriera accademica? “Come donna, penso al tempo della maternità, cercando di bilanciare lavoro e famiglia, continuando a impegnarmi nella ricerca. Stiamo lavorando su questo, cercando di fornire supporto, potenziando le risorse per aiutare le giovani ricercatrici. In generale, penso alla sfida di reinventarsi dopo i concorsi.

Ho ottenuto la mia abilitazione piuttosto presto, ma non senza incontrare intoppo lungo il percorso. Tuttavia, ho tratto insegnamenti preziosi dalla mia prima sconfitta, come la necessità di precisione e preparazione.

Ora, da 12 anni, mi occupo della parte più strategica dell’università.

Uno degli aspetti che mi appassionano di più è lo sviluppo di servizi inediti, come il Centro linguistico, lo sportello per le situazioni di fragilità e l’osservatorio sull’anti-violenza. Ho gestito il diritto allo studio e le residenze studentesche da quando è diventato di nostra competenza, nonostante le numerose sfide. Ora mi trovo ad affrontare l’avvio del progetto Mind, cosa che trovo molto entusiasmante.

Fra poco saremo cinque donne a dirigere otto atenei milanesi. Michelle Ryan, con la sua teoria della “scogliera di cristallo”, ha recentemente ricordato come le donne spesso vengano scelte durante i periodi più problematici e incerti. Questo sarà il nostro caso? Le mie colleghe e io ci siamo già incontrate, essendo molto vicine per età e avendo assunto posizioni di ruolo in un breve periodo di tempo, cosa che ci permetterà di condividere le nostre esperienze e di affrontare insieme i prossimi sei anni.

C’è una coincidenza molto bella: io che ho conseguito la laurea all’Iulm sarò la rettrice della Statale e Valentina Garavaglia, che è stata studentessa e professore alla Statale, diventerà rettrice all’IULM. Questo incrocio di strade è notevole. Siamo state tutte scelte sulla base delle nostre competenze e abbiamo già fatto parte della governance per anni: sono sicura che l’unità di intenti con i colleghi sarà forte.

Milano trasmette un messaggio importante, ponendosi all’avanguardia.

E riguardo al mio primo giorno come rettrice? Ho già un’agenda molto piena in programma.

La mia prima iniziativa sarà rivolta verso gli studiosi, per concretizzare. Inoltre, a metà ottobre, presenterò ufficialmente il mio team al pubblico”.