Per mantenere il lavoro, si dovranno traslocare dal milanese a Roma, per prendere servizio nei punti vendita ancora attivi nel Lazio di Nova Spa, licenziataria dell’etichetta Euronics Italia, a partire da giovedì.
Questa richiesta di trasferimento, inviata ad una decina di lavoratori della Lombardia di negozi di elettrodomestici ormai chiusi, ha sollevato proteste dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, portando a un nuovo conflitto in una complicata controversia sbarcata ai tavoli del ministero. “Abbiamo richiesto a Nova di revocare l’azione – afferma Danilo D’Agostino, della Filcams- Cgil di Milano – perché è chiaramente un metodo per forzare i dipendenti fuori dall’azienda, mentre Nova Spa continua a rifiutare di attivare il sostegno di integrazione salariale”.
Si aspetta quindi l’esito del prossimo meeting presso il ministero, con al centro la sorte di lavoratori che hanno già affrontato anni difficili, provenendo da storiche catene di negozi di elettrodomestici lombarde – Galimberti, Trony e Castoldi – che sono giunte al loro culmine. Nova Spa ha avviato il 8 luglio scorso una procedura di licenziamento collettivo, con un surplus dichiarato di 243 lavoratori nelle sedi del Lazio e della Lombardia.
“La procedura di licenziamento collettivo – ha annunciato Nova Spa – rispetta le norme legali e lavorative e fa parte della scelta necessaria, anche se difficile, di proteggere la continuità della società attraverso una strategia di razionalizzazione e ottimizzazione delle strutture e dello staff”. Nel frattempo, si apre un’altra questione riguardante i punti vendita della Lombardia del gruppo Risparmio Casa, che ha rilevato gli store Grancasa.
Da due mesi, i dipendenti aspettano il pagamento del loro stipendio e hanno programmato un raduno con la Cgil fuori dalla Prefettura di Milano.