Categorie: Cronaca
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15 Settembre 2024 10:54

La proprietaria di Dergano si ritira, segnando la fine di un’era. Nonostante ciò, il suo sogno vive ancora, ora trasferendosi in India

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Qualora fosse umana, avrebbe già raggiunto l’età adulta.

Tuttavia, è uno spettacolo giratorio che rimarrà eternamente giovane, una creazione di Cinzia Rampazzo. È figlia d’arte – suo padre, Gastone, è stato a lungo presidente dell’Associazione Nazionale Showmen – e dal 2006 gestisce questo mondo magico all’interno del Parco Nicolò Savarino in via Livigno, nel quartiere Dergano. Il fascino intemporale di cavalli, pupazzi, macchinine e treni che, giro dopo giro, avvicinano i bambini ai loro sogni, continua a rinnovarsi ogni giorno in questo angolo della periferia nord.

Tuttavia, si sta avvicinando “l’ultimo giro”: il giorno del commiato. “Non sarà un giorno di tristezza, ma una celebrazione.” Tutti sono invitati domenica 29 settembre, dalle 16:00 alle 20:00. “Ho 66 anni e presto andrò in pensione”, spiega Rampazzo. “Tuttavia, il carosello non morirà: è stato venduto all’estero e continuerà a girare nel sud dell’India”, portando i sogni ai bambini di un’altra parte del mondo.

Ciò non toglie che ci sia una certa tristezza, poiché “le giostre sono state tutto per me”. Fin da quando era una bambina, Rampazzo ha lavorato fianco a fianco con la sua famiglia al luna park Varesine, a Porta Nuova, dove ora si ergono i grattacieli che hanno ridisegnato il panorama di Milano. “Siamo rimasti lì fino alla fine degli anni ’90”, racconta. “Poi ho richiesto al Comune di avere uno spettacolo giratorio fisso e così, dal 2006, gestisco il mio nel Parco Savarino”.

Ha sempre al suo fianco un aiutante speciale: “Andrea, mio figlio, che ha la sindrome di Down. Lavora nel settore turistico per la Città Metropolitana, ma nei giorni di riposo è sempre con me”.

Cinzia Rampazzo, con il suo grande carattere socievole e amore per le giostre, guarda alla prossima chiusura della sua attività come a un’opportunità per potersi concentrare più su se stessa. Il declino nell’affluenza di bambini alle giostre ha contribuito alla sua decisione di chiudere.

Oggi, i più piccoli sono costantemente stimolati da una varietà di giochi e attività, come tappeti elastici e gonfiabili, oltre agli smartphone che sembrano ipnotizzarli. Nonostante tutto, Rampazzo desidera andarsene con un atteggiamento positivo e un sorriso.

La festa di addio non sarà un evento solitario, anzi, è stata pianificata da varie organizzazioni locali. L’iniziativa di festeggiare la storica giostra con un pomeriggio di arte e musica è stata presa dal progetto “Il magico museo nel borgo”, un’impresa dell’ensemble artistico DustyEye che mira a diffondere l’arte nelle strade e negozi locali.

Altre associazioni come “Via dolce via” hanno sostenuto l’iniziativa.

Jacopo Masini descrive l’evento come “uno sforzo collettivo”. Dodici artisti parteciperanno l’ultimo giorno di apertura della giostra, domenica 29, al parco, creando e esponendo le loro opere d’arte. Gli artisti lavoreranno anche insieme su un progetto congiunto su una tela e presenteranno un’installazione 3D in realtà aumentata. L’evento sarà allietato da musiche suonate dal vivo da vari musicisti, in un’atmosfera acustica senza amplificazione.

Gli infanti sono incoraggiati a portare i giochi che non utilizzano più, “per barattarli con i loro coetanei, all’aria aperta”. Tuttavia, al fulcro dell’evento sarà sempre presente la giostra “e i bambini, per questa occasione, avranno la possibilità di pagare con particolari “biglietti dal futuro””. Questo divertimento, che ormai è diventato una fermata obbligatoria per molti piccoli, “lascierà, spero, un’immagine indimenticabile – termina Rampazzo –. Io spero che i miei cavalli continueranno ad esistere anche qui, nei sogni di chi vi è salito”.