Categorie: Cronaca
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13 Settembre 2024 23:40

Il Politecnico di Milano ha ospitato il Festival dell’ingegneria, un evento che i partecipanti ritengono abbia avuto un impatto significativo sulle loro carriere professionali. Non dimenticheranno mai la loro esperienza nella facoltà

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Milano, nel tredicesimo giorno di settembre del 2024, la disciplina dell’ingegneria si è mostrata come un catalizzatore efficace per il progresso, non solo in teoria, ma anche in pratica.

Questa affermazione è valida perché ci sono numerosi esempi, storie personali, e vittorie raggiunte da persone che hanno studiato al Politecnico di Milano e poi hanno raggiunto grandi successi. Il Festival Internazionale dell’Ingegneria ha iniziato i suoi lavori con la presenza di prestigiosi ex studenti. Durante il prossimo biennio, il campus Bovisa aprirà le porte dei suoi laboratori; e l’evento ha esteso il suo raggio d’azione fuori dall’istituto con il suo Fuorisalone presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, il Deposito Atm in via Messina e al Civico Planetario “Ulrico Hoepli”.

Carlotta Penati, la presidente dell’Ordine degli Ingegneri ha enfatizzato dicendo, “L’ingegneria è una forza motrice fondamentale per lo sviluppo della nostra società, essa è presente in ogni luogo, dai telefoni cellulari alle automobili, fino alle apparecchiature mediche. Dobbiamo riflettere sul ruolo dell’ingegnere oggi, per una realtà che sia inclusiva ed equa. La tecnologia è creata dall’uomo per il vantaggio dell’umanità”. Ha inviato i suoi ringraziamenti insieme alla rettrice Donatella Sciuto, l’assessore comunale Guido Bardelli ed il governatore lombardo Attilio Fontana, che era collegato via video.

Sentite le emozionate testimonianze degli alumni…

Nel fulcro del discorso troviamo le esperienze dei precedenti allievi che hanno raggiunto la fama internazionale e i suggerimenti da loro rivolti a un pubblico eclettico, composto da studenti, infanti e professionisti. Gaela Bernini, che ricopre il ruolo di segretario generale presso la Fondazione Bracco e di direttrice per la Corporate Social Responsibility nel gruppo Bracco, fa riferimento al suo PhD in Ingegneria gestionale conseguito presso il Politecnico dopo aver studiato alla London School of Economics e offre ai futuri ingegneri alcuni spunti cruciali: “Autonomia, pensiero analitico, compassione e onestà.

Coloro che studiano ingegneria oggi dovrebbero alimentare un’aspirazione utopica, dato che ci sono sfide importantissime per il futuro, come quella ecologica, che dovremo affrontare. Bisogna mirare al progresso per poter sempre fare di più”. L’importanza delle materie Stem è fondamentale: “La questione non riguarda solamente l’impiego, ma anche la progettazione del nostro futuro – come sottolinea Bernini – All’interno di questi mestieri, che crescono e influenzano la nostra vita, è necessaria una maggiore diversità, di genere e non solo.

L’educazione è essenziale”.

Giampaolo Dallara, fondatore e presidente della Casa automobilistica Dallara, rivela di conservare “un ricordo meraviglioso del Politecnico”: “Provenivo da Parma, vivevo presso la Casa dello Studente e studiavo Ingegneria Aeronautica, eravamo in 17. Quest’università ha plasmato l’intera mia vita. Mi vengono in mente i corsi di Analisi matematica, Meccanica e il mio desiderio di progettare… Quello che ho appreso qui mi permette ancora di comprendere le cose”.

Il giorno prima di laurearsi, con la sua dissertazione sullo statoreattore supersonico, ebbe inizio la realizzazione del suo sogno e della sua carriera, iniziando a lavorare alla Ferrari, poi passando alla Maserati, alla Lamborghini e così via, fino alla sua Dallara.

Francesca Colombo, che riveste il ruolo di direttore culturale generale presso BAM e la Fondazione Riccardo Catella, aveva affrontato gli studi universitari in Ingegneria gestionale, affiancandoli alla passione per la musica al Conservatorio.

Nel 1991, la presenza femminile in questo ambito era ancora limitata e lei, provenendo da un liceo linguistico, era solita portare con sé gli spartiti musicali tra i testi di studio. Ricorda le perplessità e le risate dei compagni di corso, che dubitavano della sua ambizione di affermarsi in un settore maschile. Colombo evidenzia anche come la lotta per la parità di genere nel mondo del lavoro sia una battaglia ancora aperta.

Ritiene che per raggiungere questo obiettivo sia necessario un impegno a livello nazionale, che preveda una serie di misure tra cui infrastrutture sociali, incentivi fiscali e un cambiamento culturale riguardo le aspettative nei confronti delle donne. Incita i giovani a nutrire la propria capacità di pensiero, guardando al futuro attraverso la lente della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, senza dimenticare l’importanza che la musica ha nella nostra vita.

Musica e intelligenza artificiale

La stessa visione di umanità al centro del progresso tecnologico è condivisa anche da Alex Braga, un musicista all’avanguardia nel campo delle nuove tecnologie e riconosciuto come uno dei dieci più influenti che utilizzano l’IA nel loro lavoro.

Durante l’International Engineering Festival, Braga ha presentato un estratto della sua ultima opera “Automatic Impermanence”, attualmente esposta al Parco della Musica in Roma. Braga sostiene l’importanza di discutere dell’intelligenza artificiale, soprattutto per chi, come lui, si dedica a promuoverne l’uso. Ritiene cruciale un approccio etico e politico alla IA, in quanto le implicazioni riguardano i diritti fondamentali dell’umanità. L’intelligenza artificiale è certamente un potente strumento, ma l’uso che l’essere umano ne fa può essere pericoloso.

Come con il primo martello, che può essere usato per costruire ma anche per distruggere.

Esiste un argomento legislativo ancora evasivo che richiede attenzione, ma anche un elemento artistico, creativo e filosofico. Alex Braga, in questo contesto, presenta una possibile alternativa: un’intelligenza artificiale che è stata formata in collaborazione con l’Università di Roma Tre, chiamata A-MINT: “Un approccio che non si basa sulla formazione da contenuti risalenti a tre millenni di umanità, senza attribuire merito a nessuno né riconoscere fonti o diritti.

Invece, acquisisce conoscenza in tempo reale, da chi la utilizza, fornendo supporto in modo sostenibile, in una relazione più centrata sull’essere umano che rivitalizza il presente. Alla fine, se ci riflettiamo, il presente è l’unica cosa che abbiamo realmente la capacità di modificare”.