Si è già avanzato un appello al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) per il permesso riguardante 15 strade in città.
Il Comune di Milano sta aspettando una risposta che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. Questa risposta potrebbe consentire a Milano di unirsi a città come Bologna e Torino nell’implementazione di cuscini berlinesi sulle proprie strade.
Per coloro che non sono familiari, i cuscini berlinesi sono degli elementi di dissuasione della velocità molto simili ai dossi artificiali o ai dissuasori di velocità comunemente utilizzati, ma di dimensioni più contenute. Essi sono più sottili e non coprono l’intero lato della strada, ma si estendono su una grande parte di essa.
L’obiettivo è specifico: sono progettati per rallentare le automobili, senza ostacolare gli autobus pubblici, le ambulanze e, inevitabilmente, senza influire sulle moto o sui veicoli pesanti in generale.
Le strade che il Palazzo Marino vorrebbe dotare di questi strumenti sono riferite a scuole, ovvero strade che hanno almeno una scuola nelle loro immediate vicinanze. I cuscini berlinesi sono una delle strategie per mitigare la velocità del traffico identificati dalla Task Force per la Sicurezza Stradale e la Mobilità Attiva, istituita nel ottobre 2023 dal sindaco Giuseppe Sala.
Le altre strategie sono più popolari e variano dallo stabilire un limite di velocità di 30 km/h all’incrementare gli spazi pedonali e gli stalli per il parcheggio di biciclette e monopattini.
Il nome dei “cuscini berlinesi” non è un caso: questi dispositivi sono comunemente utilizzati in Germania dopo essere stati testati a Berlino. Tuttavia, in Italia, il loro uso non è garantito poiché l’attuale Codice della Strada non li prevede.
Secondo il nuovo Codice in fase di approvazione, l’installazione di tali dispositivi può avvenire solo con l’autorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Quest’ultimo decide sulla base della singola richiesta, esaminando le caratteristiche di ogni strada. Per tale motivo, la richiesta di autorizzazione del Comune di Milano è attualmente allo studio del Ministero. Tuttavia, le prospettive sono molteplici: i “cuscini berlinesi” potrebbero essere autorizzati in tutti i casi, in nessuno o solo in alcuni, a seconda delle specificità delle strade da esaminare.
Palazzo Marino ha mantenuto riservatezza sulle strade per le quali è stata fatta la richiesta per evitare annunci prematuri.
Non è la prima volta che Milano si scontra con le attuali normative in materia di misure per il contenimento del traffico. L’ultimo caso riguardo i “cuscini berlinesi” è solo uno dei quattro. Un altro esempio riguarda i sensori anti-angolo cieco o anti-ciclisti: il Consiglio comunale ha reso obbligatoria la loro presenza sui veicoli pesanti che accedono all’Area B, un’area a traffico limitato quasi grande quanto l’intera città stabilita per escludere i veicoli diesel.
Dal primo ottobre, chi non ne è provvisto rischia una sanzione.
C’è un dibattito continuo sulla questione: se da una parte il tribunale amministrativo ha permesso al comune di stabilire norme specifiche nelle aree ristrette come le Ztl, d’altra parte i sensori non sono ancora inclusi nel Codice della Strada.
Un’altra situazione riguarda i segnali per proteggere i ciclisti che il comune avrebbe desiderato montare sul viadotto di Ghisolfa, da molto richiesto da alcuni gruppi di ciclisti urbani che vorrebbero che il viadotto fosse dotato di una pista ciclabile.
Infine, c’è il caso di un’altra Zona a traffico limitato, quella di Via Monte Napoleone, prevista per entrare in vigore solo all’inizio del 2025 a causa del dibattito in corso tra il comune, che ha stabilito un tempo massimo di sosta in zona di 15 minuti, e il Ministero, che sta esaminando la legittimità di tale vincolo temporale.