I centralini del 118 registrano un incremento delle telefonate e un conseguente aumento delle attese ai pronto soccorso di Milano, ormai in affanno.
Giovedì 29 ottobre, secondo la Soreu Metropolitana, che gestisce le telefonate del 118 e i mezzi di soccorso per il territorio di Milano e di Monza Brianza, sono state gestite 2.000 richieste di aiuto e i pronto soccorso erano in “situazioni critiche di iperafflusso”.
I pronto soccorso degli ospedali di Saronno, Policlinico di Milano, San Raffaele, di Rho, ospedale Sacco, ospedali San Carlo e San Paolo di Milano e ospedale di Cernusco sono in difficoltà.
Secondo la Soreu metropolitana “il tempo medio di sosta in pronto soccorso dei mezzi Areu negli ospedali dell’area Metropolitana è stato di 36 minuti nel pomeriggio di giovedì“. Il fattore principale è sicuramente il Coronavirus. Registrato infatti “un incremento relativo degli accessi per motivi respirativi e infettivi, 41%, con un +34% rispetto alla situazione alle 16 del giorno precedente“.
Così, mentre la politica cerca di evitare un nuovo lockdown, la sanità affanna.
Massimo Galli, virologo e direttore del reparto di malattie infettive del Sacco di Milano dichiara: “Abbiamo già riconvertito tutto quello che si poteva riconvertire, a 30 letti al giorno, per arrivare all’attuale situazione e probabilmente non basterà. La situazione è decisamente pesante. Anche per sostenere gli sforzi di tutti i collaboratori, dico che stiamo tenendo duro e anche parecchio. Ma più di tanto non puoi tirare la corda, perché rischia di spezzarsi“.