Essere single a Milano durante la pandemia non è facile.
Nasce un progetto dedicato agli over 40 che ha redatto un questionario al fine di mappare le reazioni al vivere lo stato di pandemia.
Un questionario rivolto volto a mappare cosa rappresenta per gli over 40 il “Vivere da soli a Milano ai tempi del Covid-19“, un progetto di cittadinanza attiva promosso da quattro persone: Graziella Civenti, Alessandro Magni, Orleo Marinaro e Gianna Stefan.
Nulla dietro il progetto, né organizzazioni né finanziamenti a sostegno dell’iniziativa, solo 4 cittadini di cui una assistente sociale, un operatore culturale, un agente sviluppo del territorio e un data scientist. Unico obbiettivo stilare una mappatura che rappresenti la realtà di oggi di Milano.
I fautori del progetto hanno raccontato: “A Milano l’aumento negli ultimi anni del numero di persone che vivono da sole è risultato particolarmente marcato.
I dati più recenti mostrano che circa la metà dei nuclei familiari cittadini è composto da una sola persona. Al tempo stesso la città, come in generale la Lombardia, è stata anche una delle zone più colpite dal coronavirus“. Un’idea sorta nel mese di agosto: “del tutto spontaneamente, mentre eravamo al parco a passeggio con i nostri cani. Tre di noi vivono da soli e abbiamo deciso di dare il nostro contributo per aiutare a comprendere questa condizione, poco narrata nei mesi scorsi.
A settembre è iniziata la somministrazione dei questionari e attualmente ne abbiamo raccolti 560, ma abbiamo intenzione di proseguire con la raccolta dei dati fino alla fine di novembre. A dicembre inizierà poi l’elaborazione delle informazioni raccolte“, ha specificato Gianna Stefan.
Un questionario anonimo che i promotori raccontano aver “testato sui nostri amici e poi diffuso sui social network, sfruttando anche la visibilità garantita dalle social street. L’obiettivo è ovviamente quello di raggiungere quante più persone possibile, quindi invitiamo tutti a farlo avere a vicini e conoscenti che magari non hanno accesso al web e per noi sono più difficili da raggiungere.
Penso ad esempio agli anziani residenti nelle case popolari”.
L’appello: “Chiunque contribuisca a diffondere la ricerca entra a farne parte. Sarà particolarmente interessante confrontare le risposte di chi l’ha compilato a settembre con quelle di chi risponderà adesso. Per questo chiediamo a chi aderirà al nostro invito di dare una particolare importanza alle domande ‘qualitative’, ovvero quelle in cui chiediamo di spiegare le proprie risposte scrivendo alcune righe di testo”.