Un 26enne si è tolto la vita dopo aver ricevuto dal suo capo la notizia della cassa integrazione a causa di un brusco calo delle vendite dovuto all’emergenza sanitaria da Coronavirus.
Il giovane, di origini senegalesi era impiegato in un negozio di alimentari in zona Navigli, a Milano, e non ha retto il colpo: ha aperto la finestra del suo appartamento e si è gettato nel vuoto. Per il giovane, nonostante i soccorsi siano giunti prontamente, non c’è stato nulla da fare.
Il calo delle vendite e l’emergenza sanitaria hanno costretto il titolare di un negozio di alimentari di Milano a mettere in cassa integrazione uno dei dipendenti, un 26enne di origini senegalesi che alla notizia non ha però retto il colpo e poco dopo aver ricevuto la telefonata ha aperto la finestra del bagno della sua abitazione e si è gettato nel vuoto.
In un primo tempo la stampa aveva parlato di licenziamento, ma con il passare delle ore e l’avvio delle indagini è stato chiarito che il provvedimento preso dal titolare era una cassa integrazione e non il licenziamento definitivo.
Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine il coinquilino ha raccontato che la vittima si era chiuso in bagno proprio per parlare con il datore di lavoro. Ad un certo punto avrebbe udito un rumore di vetri e finestre e ha sentito qualcuno urlare di scendere.
Prima che il ragazzo potesse rendersi conto di quanto stava accadendo ha udito il tonfo e per il 26enne non c’è stato nulla da fare. Dalle prime informazioni sembra che anche i colleghi del negozio di alimentari fossero stati tutti messi in cassa integrazione per l’emergenza sanitaria.