Coronavirus a Milano significa città vuota e di conseguenza perdite economiche.
L’assessore al Bilancio del Comune, Roberto Tasca, ha fatto una stima di quello che potrebbe accadere se le restrizioni imposte dall’ultimo DPCM del Governo Conte dovesse protrarsi per altri 2 mesi.
Secondo Tasca, andando oltre il mese di giugno i danni sull’economia della città sarebbero gravi. Il totale delle entrate del Comune di Milano è di circa 2,7 miliardi l’anno, escludendo i trasferimenti vincolati per 500 milioni. Qualora lo stato di blocco di ogni attività dovesse proseguire, arrivando a 8 mesi, si potrebbe pregiudicare la capacità definitiva di pagare.
“Io però sono più ottimista, ad oggi non credo che abbiamo perso 2/12esimi”, ha commentato Roberto Tasca. Il problema del mancato incasso, purtroppo si andrà a sommare alla difficoltà dei cittadini nel saldare i pagamenti e di conseguenza a quella, del Comune, di riscuotere. Per il momento sono stati rinviati gli incassi e si aspetta a fare il conto delle mancate entrate: è troppo presto per un quadro realistico della situazione.
“I tributi e le le entrate extra tributarie andranno tutte a variare”, ha spiegato l’assessore, “Le imposte sulla pubblicità e quelle di soggiorno sicuramente verranno meno. Credo che anche il reddito imponibile medio delle famiglie quest’anno si ridurrà”. Anche sull’addizionale Irpef ci si aspetta una flessione in termini di entrate.
Dobbiamo anche tenere conto della chiusura delle scuole, che vede il pagamento integrale degli educatori ma non l’incasso delle rette in quanto manca la prestazione.
Anche multe e biglietti ATM non portano nulla alle casse del Comune, dato il vuoto per le strade di Milano e la sospensione delle sanzioni, che ogni anno fanno incassare circa 250/300 milioni di euro.
“La Sea, come A2a, non distribuirà tutto l’utile ai soci ma ne terrà un po’ a riserva per cautelarsi in caso di eventuali risultati avversi”, ha specificato Tasca, “Inoltre, sui dividendi che incassiamo avremo minori entrate, perché dipendono sì dall’utile prodotto ma anche dalla quota distribuita”.