L’emergenza Coronavirus sembra non spaventare proprio tutti: è scoppiata una rissa in un parco di Quarto Oggiaro, dove alcuni giovani si sono presi a bastonate e a colpi di catene.
Non sono mancate neppure le coltellate.
Lo slogan e l’invito rivolto a tutti gli italiani è solo uno: “Restate a casa”. Tuttavia, in molti sembrano non comprendere l’importanza di una così semplice richiesta: solo evitando i contatti si potranno diminuire i contagi.
Eppure i parchi rimasti aperti spesso sono particolarmente affollati, nonostante l’allarme Covid-19. Non c’è solo chi passeggia stando lontano dalle altre persone e mantenendo la dovuta distanza di sicurezza. Gli sportivi sembra non riescano a rinunciare alla loro corsa giornaliera e, oltre ai padroni che giustamente portano a spasso i loro cani, alcuni giovani non perdono la voglia di ritrovarsi in compagnia, giocando a calcio o basket.
Gesti, quest’ultimi, assolutamente proibiti vista l’emergenza sanitaria in atto.
Non manca neppure chi preferisce portare a termine i propri “regolamenti di conti”. A Quarto Oggiaro, infatti, alcuni ragazzi si sono affrontati a viso aperto: armati di bastoni, catene e un coltello. Unica precauzione: le mascherine, che alcuni ragazzi aveva indosso. La distanza di sicurezza, naturalmente, non è stata rispettata: impossibile alla luce di un così violento scontro ravvicinato.
La rissa si è verificata intorno alle 15.30 di domenica 15 marzo, nel Parco dei 600, in zona Quarto Oggiaro.
A denunciare l’accaduto, pubblicando persino un video su Facebook, è stato il Comitato di quartiere. Dalle immagini si vedono alcuni ragazzi, apparentemente stranieri, impugnare delle spranghe di legno e aggredirsi. La questione riguarderebbe un giovane che indossa un giubbotto nero e un altro con un giubbotto rosso. Anche i loro amici però non hanno evitato lo scontro, picchiandosi ripetutamente. Bastonate, colpi di catena e persino una coltellata sferrata all’avversario, che tuttavia pare abbia resistito.
I residenti della zona, affacciandosi sui loro balconi, hanno urlato di smettere. Solo quando i giovani se ne stanno andando, si percepisce l’arrivo delle auto delle forze dell’ordine. Diverse le persone fermate dalla polizia.
“Ore 15.00 dal mio terrazzo vedo nel Parco dei 600 un gruppo di 8 persone. Non hanno mascherine. Si passano delle sigarette, presumo hashish. Credo che parlino arabo. Sono indeciso se chiamare la polizia per il solo fatto che hanno disatteso la domiciliazione. Rinuncio”. Comincia così la denuncia pubblicata su Facebook dal Comitato Quarto Oggiaro.
Poi, intorno alle 15.30, si sentono urla e strepiti.
Quindi si legge nel post: “Ora le persone sono una ventina, molti sono armati di bastone e uno di loro sembra impugnare un coltello. Alcuni si picchiano. Qualcuno fomenta, qualcun altro cerca di dividere, molti stanno a guardare. In tanti urlano dai balconi di smetterla. Dopo quindici minuti, arriva la polizia. Speriamo che nessuno di loro abbia bisogno di sovraccaricare il già oberato pronto soccorso dell’Ospedale Sacco, altrimenti, almeno in questo caso, “la selezione” dovremmo chiederla noi”.