Milan l’è on gran Milan, scriveva Alfredo Bracchi, mettendo nero su bianco (e in musica) uno dei tratti distintivi dei milanesi di tutti i tempi: l’orgoglio per la propria città.
Il “modello Milano” è sinonimo di eccellenza, non solo sul piano economico ma anche su quello della creatività, dei servizi per i milanesi e del rapporto tra istituzioni e residenti. A promuoverlo sono proprio i cittadini, concordi quasi all’unanimità nell’affermare: “Non vivrei in nessun’altra città”.
Il rapporto che i milanesi hanno con Milano è stato indagato da Eumetra MR con un ampio sondaggio, a livello locale e nazionale.
Emerge un forte senso di appartenenza, che comprende la quasi totalità dei cittadini: l’85% degli intervistati non vorrebbe vivere altrove. La percentuale sale ulteriormente se si restringe il campo di indagine ai soli giovani: 95% tra i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni; 91% tra i 25 e i 34 anni.
Il 94% dei milanesi si dichiara soddisfatto della propria città e del proprio quartiere, con una netta maggioranza di voti che superano ampiamente la sufficienza (dall’8 al 10).
Ma quali sono gli elementi che distinguono il “modello Milano” e che rendono il capoluogo lombardo un polo di eccellenza? Al primo posto – un po’ a sorpresa – non c’è un fattore economico, bensì sociale. I milanesi sono orgogliosi della natura cosmopolita della propria città, che fa della diversità e della varietà un proprio punto di forza. Milano è proiettata in una dimensione europea e rappresenta, all’esterno dei confini nazionali, un esempio di avanguardia e un punto di riferimento economico.
Piacciono anche l’offerta culturale e le possibilità di svago (secondo il 98% degli intervistati), le opportunità di vita sociale (96%) e in generale la qualità della vita (93%).
Non si tratta di mero campanilismo: Milano raccoglie consensi anche nel resto dello stivale. I dati raccolti da Eumetra rivelano infatti che il 75% degli intervistati (un italiano su quattro) promuove il capoluogo lombardo per la sua offerta in termini di lavoro e opportunità sociali.