Conto salato alla lavanderia Alberti di Milano, il cliente dovrà pagare.
La prossima volta sarà meglio che cambi lavanderia il cliente che si è visto recapitare il conto ‘infarto’ da 614 euro (per lavaggio e stiraggio di dieci camicie, sette t-shirt e due paia di jeans) alla tintoria Alberti di Milano.
Il fattaccio era avvenuto nel luglio del 2009, come leggiamo su Repubblica:
“il cliente, un italiano, era venuto a Milano da Miami ospite di un amico in via Borgonuovo, strada prestigiosa del centro. Chiese al custode di contattare la solita tintoria, che però era chiusa, e a quel punto gli fu richiesto di trovarne un’altra. La scelta cadde sulla tintoria Alberti, che fece un preventivo ricevendo l’assenso del custode ma non del proprietario dei capi di abbigliamento, che una volta resosi conto dei prezzi telefonò al negozio per chiedere di bloccare il lavaggio. Ma ormai il lavoro era stato portato a termine, peraltro nei tempi da lui stesso richiesti”
Così il cliente si era rivolto al giudice di pace che però oggi ha respinto la sua istanza e lo ha condannato a pagare, in quanto il preventivo del lavoro era stato “correttamente consegnato al portinaio dello stabile”. Quindi non è stata rilevata “alcuna malafede contrattuale da parte del commerciante”.
Giorgio Sanpellegrini, il titolare della tintoria, all’epoca aveva dichiarato:
“Quelli sono i nostri prezzi, non c’è assolutamente nulla di strano. Lavoriamo da sessant’anni e nessuno si è mai lamentato. I capi qui vengono stirati a mano senza l’uso di macchinari industriali, trattati singolarmente, lavati a mano se necessario, ritirati e consegnati a casa. Effettuiamo servizio di custodia e guardaroba, rammendi e orli effettuati rigorosamente a mano da sarte espertissime. I nostri clienti lo sanno e si rivolgono a noi proprio per avere questo tipo di servizio”