UPDATE! 23 giugno
E’ uscito un brano di Seneca:
Ad Lucilium, Liber VIII – Lettere LXXII-LXIV “Il vero bene è la virtù”
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Se da un lato il tototraccia per la prima prova della maturità è infuocato, sul fronte versione di latino ancora tutto tace.
I più temerari azzardano Seneca, Tacito o Cicerone, nonostante siano tutti autori già usciti (2007, 2005 e 2009).
Ecco le versioni già uscite negli anni scorsi:
2000 – Vitruvio
La formazione dell’architetto – Architettura, I, 11-13
2002 – Cicerone
Non c’è amicizia senza lealtà – Laelius de amicitia, 18
2003 – Seneca
Il lento cammino della conoscenza – Questioni Naturali, 7, 25
2005 – Tacito
Caso e necessità – Annales, VI, 22
2007 – Seneca
De beneficiis
2009 – Cicerone
Clemenza e severità – De Officis I,88-89
Per lo meno, vi posso dire per esperienza personale, se esce Tacito (facendo un rapito calcolo potrebbe essere quello più ‘papabile’) son dolori, mentre Seneca e Cicerone, se si conoscono bene le opere, sono più fattibili.
E se proponessero, per cambiare un po’, un Lucrezio? O un S.Agostino? Se no sarebbe interessante scegliere uno dei due Plinii (il vecchio e il giovane).
Intanto ecco qualche utilissimo consiglio di Studenti.it per svolgere al meglio la prova.
1. Nei giorni prima della versione ripassare le regole più complesse della grammatica e della sintassi latina. Non dimenticare di ripassare i latini-filosofi e gli autori studiati nel corso degli anni (aggiungo io sempre per esperienza personale).
2. Il giorno della prova, dopo aver ricevuto il testo, bisogna cercare di contestualizzarlo prima di passare alla traduzione vera e propria.
3. Leggere attentamente il testo per una ventina di minuti.
4. Partire dalla prima frase: individuare correttamente soggetto e forma verbale.
5. Traducerre una frase dopo l’altra, in un italiano il più possibile corretto e lineare.
6. Per capire il giusto significato di una frase è utile la punteggiatura.
7. Arrivati alla fine della versione, provare a rendere tutto il testo nel modo più corretto e adatto possibile.