Avevamo già passato la prima ondata di rincari per quanto riguarda il settore dei trasporti, ma tra qualche mese arriverà la seconda batosta.
Solo, rigorosamente, dopo le elezioni.
Leggiamo sul Corriere che
“La seconda stangata colpirà solo a urne chiuse. Per i pendolari lombardi il nuovo aumento di tariffe per treni e autobus (un ulteriore dieci per cento) scatterà con ogni probabilità dal primo giugno, con un mese di ritardo rispetto alle previsioni”
Il portavoce del comitati pendolari, Giorgio Dahò, si era raccomandato invano:
“Non basta tener conto della puntualità. Dobbiamo parlare anche di pulizia, affollamento delle carrozze, riscaldamento”
Sugli aumenti programmati per maggio/giugno l’assessore Raffaele Cattaneo ha dichiarato:
“Non sono un dogma.
Se ne avremo bisogno, ci prenderemo anche qualche settimana in più per decidere”
Il consigliere regionale Stefano Tosi del Pd però si è già fatto sentire:
“Il tavolo può e deve dire no agli aumenti che, a questo punto, suonano anche come un imbroglio visto che scatteranno appena dopo le amministrative. La politica di Pdl e Lega fatta di tagli indiscriminati si sta traducendo direttamente in aumenti che colpiscono i cittadini sotto varie forme, dai trasporti alle tasse locali.
In un momento di crisi come questo nuovi aumenti sono ancor meno accettabili“
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