Qualche settimana fa avevano fatto molto discutere i manifesti pubblicitari ‘hot’ dell’azienda di abbigliamento donna Silvian Heach.
In realtà c’era già una polemica pregressa, che però ha trovato spazio sui maggiori media solo quando uno dei poster incriminati della campagna è finito nel cortile di una scuola elementare (rileggete qui la vicenda).
Dopo le tante richieste di rimozione dei manifesti, ritenuti ‘eccessivi’, di ‘cattivo gusto’ e soprattutto lesivi dell’immagine femminile, lo IAP (Istituto dell’Autodisciplina pubblicitaria) ne ha ordinato il ritiro.
L’assessore all’Arredo, Decoro urbano e Verde Maurizio Cadeo ha commentato:
“Una decisione, quella votata dallo Iap, che conferma la nostra presa di posizione in merito e il nostro orientamento a seguire gli indirizzi espressi dal protocollo d’intesa stipulato tra il Ministero per le Pari opportunità e lo Iap stesso”
E ha aggiunto:
“Sono soddisfatto che la sintonia di intenti nell’agire contro gli stereotipi di generi abbia sortito una decisione concreta, già condivisa, nello spirito e nelle finalità, nella condotta e nelle azioni da noi sempre attuate.
Nel ringraziare lo Iap per la pronta risposta rivolgo l’invito ai proprietari degli impianti pubblicitari a vigilare su ciò che viene loro proposto dai Centri Media, esortandoli, in caso di dubbio sui contenuti pubblicitari, a chiedere preventivamente il parere dello Iap. Pena, in caso contrario, l’applicazione dello strumento previsto nelle nostre competenze, ovvero la revoca dell’autorizzazione all’impianto pubblicitario”
Infatti “di fronte a messaggi fuorvianti o sbagliati è necessario poter intervenire direttamente e velocemente […] Ogni atto che tutela il valore della dignità della persona non può considerarsi in nessuna misura come censura, bensì come atto di civiltà e rispetto per i valori umani“.
Non possiamo che essere d’accordo.
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