Brescia, Milano e Torino unite da una lunga scia di lutto.
Andava al Politecnico di Milano Giulia Minola, la giovane di 21 anni morta alla Love Parade di Duisburg. Leggiamo su Blogosfere Cronaca e Attualità che
"sabato a Duisburg si è consumata la tragedia nel corso della più celebre manifestazione techno del mondo, nata sotto le macerie del muro di Berlino nel 1989. Un fiume di un milione e 400mila persone hanno inondato la cittadina della Ruhr che conta una popolazione di un quinto rispetto alla massa arrivata per la Love Parade che ben presto si è trasformata in tragedia.
Infatti migliaia di persone, mentre attraversavano il tunnel che le avrebbe portate all'ex scalo merci dove sarebbe continuata la musica, è stata bloccata dalla polizia all'uscita, mentre in entrata la calca premeva"
In una situazione del genere il panico era inevitabile:
"secondo le prime ricostruzioni pare che, forse a causa del caldo e del senso di soffocamento amplificato dal consumo di droghe e di alcol, la folla sia stata sopraffatta da un attacco di panico di massa.
Nulla di più semplice sotto un tunnel dove la calca perde facilmente il controllo e non ha visibilità per capire se il panico sia giustificato a meno"
Con lei c'era anche la giovane torinese Irina Di Vincenzo, 21enne, rimasta ferita in modo lieve. Leggiamo su Torino 2.0 che secondo a giovane la tragedia si sarebbe potuta evitare:
"È successo tutto in un minuto. C'era talmente tanto casino… un inferno. È stato un momento di panico collettivo, non si poteva andare né avanti né indietro.
Chi era dietro spingeva e davanti la strada era bloccata. Poi la situazione è degenerata quando io e Giulia eravamo tra il secondo e il terzo tunnel. C'erano delle scale che salivano sul tunnel e che servivano da sfogo, ma la polizia le ha chiuse"
La blogger Eleonora Bianchini di Blogosfere Politica e Società segnala l'opinione di Guido Bertolaso:
"In Italia questa tragedia non sarebbe mai avvenuta. A Duisburg infatti c'era una folla superiore al milione e mezzo di persone: sono numeri impressionanti che presuppongono un'esperienza in materia che non può essere quella degli organizzatori di concerti.
E forse – aggiunge – oggi qualcuno si renderà conto del perché in Italia è la Protezione civile a gestire i grandi eventi: quella legge è stata voluta proprio per garantire al meglio la sicurezza delle persone"
Non c'è dubbio che la sicurezza tedesca abbia compiuto errori di valutazione fatali.