"Questo passo non è mosso da valutazioni di merito riguardanti il progetto del museo o la scelta del progettista, né è spinto da valutazioni sulla qualità del progetto.
È compito dell'Ordine vigilare sulla correttezza e sul rispetto delle norme che regolano il mercato della professione".
Queste erano le precisazioni del presidente dell'Ordine degli architetti, Daniela Volpi, esternate in occasione del ricorso al Tar contro il progetto di Liebeskind del Centro d'Arte Contemporanea, all'interno dell'area Citylife.
Il ricorso dell'Ordine degli architetti, come informa il Corriere, è però stato respinto e i magistrati hanno ufficialmente dato il via libera alla realizzazione di quello che è stato definito il "Beaubourg di Milano".
In quest'area, ha spiegato Libeskind, vi saranno caffetteria, bookshop e auditorium in un percorso in salita che attraverserà sale espositive, atelier per artisti e laboratori per ragazzi, fino alla terrazza con giardino scoperto.
L'edificio, un quadrato in torsione che racchiude all'interno un cortile verde e alberato (in totale 18 mila metri quadrati ripartiti su 5 piani), che richiama la torre curva "figlia" anch'essa dello stesso progettista, non è che non piaccia in sé, piuttosto non ha convinto che il progetto sia stato affidato prescindendo da gare o concorsi pubblici e assegnato senza nessuna "procedura di evidenza pubblica".
L'opera, che costerà in tutto circa 40 milioni di euro, dunque, si farà e a nulla sono valse le critiche e le strenue opposizioni: l'impugnazione della delibera del 2008 è giunta sulle scrivanie del Tar con due anni di ritardo e dunque non potrà essere presa in considerazione.