Categorie: Cronaca
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24 Ottobre 2009 08:30

Marcia per il lavoro 24 ottobre, l'inchiesta di Milano 2.0 sugli effetti della crisi: interviste a lavoratori licenziati o in cassa integrazione

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Oggi pomeriggio Cgil chiama a raccolta i lavoratori per combattere la crisi con la "Marcia per il lavoro" che partirà da Porta Venezia alle 14 e si concluderà in Piazza Castello alle 16.30.

CGIL-Lombardia, CISL-Lombardia, ACLI e ARCI scenderanno in piazza per richiamare l'attenzione delle istituzioni sull'emergenza lavoro, che resta un problema centrale nella nostra regione. Basti guardare i dati della cassa integrazione che tra gennaio e settembre 2009, rispetto allo stesso periodo del 2008, ha segnato un incremento del 495%. I licenziamenti, tra mobilità e disoccupazioni sono aumentati in Lombardia del 67%.

Nino Baseotto, Segretario Generale della CGIL Lombardia, ha spiegato che

"L'obiettivo della marcia è di segnalare al governo e alla Regione che non basta più la politica degli ammortizzatori sociali per risolvere la crisi.

Ci vuole una politica industriale, una politica che scommetta sull'innovazione e infine una politica che sblocchi le infrastrutture per creare posti lavoro. Ci vogliono fatti, non chiacchiere"

Alla marcia parteciperanno anche alcuni esponenti del Pd alla vigilia delle elezioni primarie.

In occasione della manifestazione di ieri abbiamo realizzato alcune interviste a lavoratori di aziende in crisi, che rischiano di perdere il lavoro o che lo hanno già perso. Le loro testimonianze sono solo poche voci tra le migliaia di lavoratori che si trovano in grande difficoltà in questo autunno 'caldissimo'.

Molti pagano lo scotto del trasferimento dell'azienda nei paesi dell'Est o in Cina, e lamentano di avere ancora lavoro che potrebbe essere svolto qui.

Anche i piccoli imprenditori stanno lanciando in questo periodo un disperato grido d'aiuto.

Sotto trovate le interviste ai lavoratori di Hilton, Maflow, Tenaris, Esab Saldatura e Electrolux. Per quelli di Esab non è servito nemmeno salire sul tetto. A loro, a differenza della Innse, è andata male.
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