Categorie: Cronaca
|
22 Settembre 2009 10:53

Treno deragliato, poteva essere un'altra Viareggio: è polemica sulla sicurezza della rete ferroviaria in città

Condividi

UPDATE! h.

18.00
Il macchinista è stato indagato per disastro ferroviario colposo.

Secondo quello che riporta Repubblica, anche se un lettore smentisce, sarà la scatola nera del treno in servizio sulla tratta Milano-Piacenza caduto dai binari e finito in un cortile di via Popoli Uniti, a raccontare la verità.

L'apprendista macchinista che era alla giuda del mezzo ha detto che il treno si è mosso da solo dopo che era sceso per azionare uno scambio.

Le Ferrovie e gli investigatori della Polfer invece sostengono che il giovane era sul treno, ha ignorato il segnale di stop e non si è accorto di aver saltato due scambi. E avrebbe frenato troppo tardi.

Il treno doveva percorrere 1100 metri per arrivare al Parco centrale per la pulizia notturna. Avrebbe percorso 400 metri fuori controllo a 30 chilometri all'ora, come spiega sempre Repubblica, senza arrestarsi automaticamente perché su quel tratto non c'è il segnale luminoso che, una volta oltrepassato, determina l'arresto automatico del treno.

Intanto però, errore umano o meno, il Codacons segnala che in 15 mesi ci sono stati ben 38 incidenti (foto Repubblica).

Bisognerebbe però riflettere su un fattore: bastavano pochi metri e un incidente che si è risolto senza vittime si sarebbe trasformato in una vera e propria strage. A poca distanza dai binari infatti sorge un condominio e le conseguenze di un deragliamento si possono solo immaginare.

Il Corriere racconta questa mattina che i cittadini da tempo stanno chiedendo alle Ferrovie di installare i pannelli che scherma­no suoni e vibrazioni, perchè finora il  problema principale è stato il rumore.

Ora il problema è un altro: sicurezza.

Le polemiche seguite alla vicenda di Viareggio sembrano cadute nel vuoto dopo il clamore. Il giornalista Giangiacomo Schiavi sempre sul Corriere fa presente che a Milano ci sono 75 chilo­metri di binari che attraversano la città ed "è giusto mettere chi abita lungo le linee fer­roviarie nelle condizioni di non correre ri­schi evitabili".

Dopo le inchieste, doverose, sarebbe il caso di non aspettare il morto, come si suol dire, per fare qualcosa.