Il mese di settembre era stato sconvolto dall'omicidio del 19enne Abdul Salam Guibre, per tutti Abba.
Il ragazzo, cittadino italiano ma originario del Burkina Faso, era stato ucciso barbaramente da Fausto e Daniele Cristofoli, padre e figlio di 51 e 31 anni.
I due erano i proprietari di un bar di via Zuretti e la notte del 13 settembre lo avevano rincorso e ucciso a sprangate. Perchè aveva rubato dei biscotti, diranno gli amici; perchè pensavano avesse rubato l'incasso, hanno detto loro.
Eravamo stati in via Zuretti il mattino dopo l'omicidio e gli abitanti del quartiere erano rimasti decisamente scossi, sia per la brutalità del fatto che per i futili motivi (e presumibilmente un'aggravante di tipo razzista come dirà qualche giorno dopo anche il ministro La Russa).
Il giorno stesso c'era stato un presidio antirazzista organizzato nel piazzale della Stazione Centrale.
Al presidio erano intervenute diverse persone che hanno ribadito la loro preoccupazione per questi fatti, per il clima di intolleranza e paura del quale accusavano le istituzioni. Erano intervenuti anche alcuni extracomunitari per manifestare il loro desiderio di integrarsi e di non essere indicati come problema dell'Italia.
Nei giorni successivi c'erano stati cortei e grosse mobilitazioni (culminate nella manifestazione del 20 settembre con scontri con le forze dell'ordine).
Il 23 settembre infine c'era stata una commemorazione funebre proprio nel paese di origine del ragazzo, Cernusco sul Naviglio.
Adesso è il momento della giustizia, con il processo a Fausto e Daniele Cristofoli, che saranno processati il 20 aprile. I due hanno scelto il rito abbreviato, che in caso di condanna comporta lo sconto di un terzo della pena.