Solo pochi giorni fa vi avevamo ricordato la vicenda della Clinica Santa Rita, finita nel poleverone a giugno per una storiaccia di cartelle cliniche gonfiate e operazioni inutili sono per ottenere cospicui rimborsi dal Ssn.
Sembra però che questa pratica sia molto diffusa anche in altre cliniche.
La Procura di Milano infatti ha mandato 30 avvisi di garanzia per truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale per l'ospedale Galeazzi. L'accusa è simile a quella della Santa Rita: sarebbero stati gonfiati i valori delle prestazioni e quindi i rimborsi dalla Regione Lombardia.
Ha ricevuto anche un provvedimento Giuseppe Rotelli, il proprietario del gruppo ospedaliero San Donato. Tra l'altro è anche uno dei personaggi di maggiore spicco nell'ambito della sanità privata lombarda.
Il Corriere spiega che il Pm Sandro Raimondi ha chiesto al Gip l'emissione di una serie di misure interdittive dagli incarichi societari per manager e amministratori del Galeazzi (dovranno comparire amministratore delegato, direttore sanitario, un medico con funzioni amministrative e due primari) e il sequestro preventivo di circa 2 milioni di euro.
La consulente della comunicazione per il gruppo ospedaliero San Donato Giuliana Paoletti, ha notificato che
"nell'avviso di garanzia al professor Rotelli non c'è alcuna richiesta di provvedimento di invito a comparire di interrogatorio, o di alcun provvedimento di qualunque natura a suo carico ma si tratta di una duplicazione di una informazione di garanzia già fatta a suo tempo"
Ma non solo: sarebbero state indagate anche le cartelle cliniche per ottenere dalla Regione rimborsi maggiori.
L'intera inchiesta era partita qualche mese fa dalla clinica San Donato e ha coinvolto anche la clinica San Carlo, clinica del sonno San Raffaele-Tutto, San Giuseppe, San Siro, San Pio X e la Santa Rita.
L'avvocato Marco de Luca rigetta ogni accusa
"Contestiamo ogni addebito in radice, ritenendo di aver agito nel più assoluto rispetto delle regole. Rispetto alle contestazioni e sequestri iniziali di oltre 90 mila cartelle l'ipotesi accusatoria è stata drasticamente ridotta a poche centinaia di cartelle.
Contestiamo comunque ogni addebito in radice, ritenendo di aver agito nel più assoluto rispetto delle regole anche in questa ipotesi drasticamente ridotta rispetto a quella iniziale di contestazione e sequestro di oltre 90 mila cartelle"
E sostiene che si tratta solo di un accanimento accusatorio ingiustificabile nei confronti della sanità privata.