Che Milano fosse cara se ne era accorto per primo chi vi si è trasferito per lavoro, e poi anche se in ritardo, i milanesi.
Basta uscire dal raggio metropolitanto, per accorgersi che tutto il mondo fuori vive con meno soldi, anche se purtroppo non di molto.
Rincari record più salari in discesa, o in "gabbia" come li ha definiti la Lega, uguale famiglie in crisi. Questo è il ritratto che viene fuori dall'indagine di Istat , Unioncamere e Istituto Tagliacarne.
Milano ha battuto anche Roma, anche nella Capitale costa meno mangiare e vivere in generale. Certo c'è chi sostiene come Ilaria Maldini, presidente di Assofood, che sugli alimenti freschi non si possono fare parganoni con le altre città.
La qualità va pagata. Ma sugli alimenti biologici e sull'arredamento, il portafogli trema e si svuota; insomma bisogna davvero rinunciare ad un tenore di vita equilibrato e sano per la propria salute e risparmiare per mangiare poi cibi preparati, che costano meno certamente, ma che stile di vita è?
Infatti il paradosso è che mentre su alimenti in scatolame si può ancora ragionare, anzi Milano risulta più vivibile, a mangiare quelli freschi, anche senza avere velleità e quindi senza orientarsi verso il "bio", proprio non ci si può abituare.
Stesso discorso per l'abbigliamento. Certo il capo firmato costa, Armani o chi altri lo sanno bene, ma non più che a Firenze e a Venezia. E poi ci sono gli affitti, il metro quadrato registrato negli ultimi anni è insopportabile economicamente, che ai commercianti fanno solo voglia di alzare il prezzo della merce.
Matteo Salvini, deputato della Lega Nord, è convinto che la bacchetta magica del federalismo fiscale aiuterebbe Milano: aumenterebbero i salari degli insegnanti, degli infermieri, tranvieri e vigili urbani.
Per loro, come ha dichiarato il leghista sul Corriere, la vita ha un costo sicuramente più pesante che per gli altri. Già ma ci sono anche altri esempi di categorie che hanno le stesse difficoltà.
C'è chi invece in Cgil, come Onorio Rosati,sostiene che il primo punto da affrontare siano le tasse sulle pensioni e poi sarebbe ora di rivedere i livelli contrattuali, su cui regna ormai sovrana la polvere accumulata in tutti i cambi di Governo degli ultimi anni.
Chiacchiere insomma, in attesa che qualcosa torni a funzionare, e speriamo molto presto, prima che scoppi una rivolta popolare e ci si ritrovi a riscrivere la storia della rivoluzione milanese…Infatti sono sempre più accesi i toni di Assoconsumatori contro il Comune e i commercianti: secondo l'associazione è necessaria più concorrenza, in quest'ultimo anno infatti è stato introdotto solo un mercato al mese, troppo poco spazio per gli agricoltori e ai mercati comunali in genere; la grande distribuzione ha aderito alla battaglia sui prezzi, ma restano ancora inaccessibili le piccole gioiellerie, pardon botteghe, di alimentari freschi.
1 Post correlati Seveso, per evitare le esondazioni servono nuove misure: ma i progetti sono fermi “No Gelmini Day”, le foto del corteo di Milano: danneggiata la vetrina di una banca Enrico De Alessandri si incatena davanti al Pirellone per protestare contro il potere di Comunione e Liberazione Ruby Rubacuori al Karma, insulti dalle coetanee e cori volgari dai ragazzi: le foto “