Categorie: Cronaca
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17 Marzo 2008 15:00

Inchiesta "ComproOro": non è tutto oro quel che ha fatto luccicare la stampa tradizionale

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Come già successo con l'inchiesta sui parchi, e come accadrà sempre più di frequente in futuro, oggi vi proponiamo una nuova inchiesta parallela condotta dai metroblog del network Blogosfere: Milano 2.0 e Torino 2.0.

I blogger dei due capoluoghi si sono recati nei negozi "Compro Oro" della città, conducendo un'inchiesta parallela che ha prodotto risultati simili ma non identici. Ovviamente, in un futuro post, dopo che avrete visto entrambe le inchieste, faremo le valutazione del caso mettendo in parallelo Milano e Torino. Qui sotto l'inchiesta milanese. Qui invece l'inchiesta torinese.

E' notizia di qualche settimana fa il boom dei punti vendita Compro oro, che ha fatto tanto scalpore legata alla spinosa questione del caro vita.

Incuriositi dalla vicenda abbiamo provato a scavare un po' più a fondo e bisogna ammettere che non è stato per nulla facile.

L'effetto mediatico ha fatto chiudere a riccio i commercianti di questo settore, infastiditi dal messaggio negativo della notizia, che in breve sostanza li dipingeva come dei furbacchioni che speculavano sulle disgrazie altrui.

Abbiamo intervistato quattro gestori di compro oro tutti diversi tra loro, scoprendo che, in generale, non è vero che i gestori di negozi che ritirano oro e preziosi fanno affari migliori da quando il potere d'acquisto dei cittadini è diminuito e si fa fatica ad arrivare a fine mese, il lavoro è rimasto piuttosto stabile.

Così come non è vero che si svalutano gli oggetti che vengono portati dai clienti, perchè soprattutto per quanto riguarda l'oro viene pesato e pagato con la tariffa migliore del giorno rispetto al prezzo di mercato. E infine, non è vero che aprendo un compro oro si diventa "ricchi".

Proviamo ora ad ascoltare un'intervista che abbiamo fatto e poi continuiamo con delle riflessioni 

Innanzitutto i compro oro si dividono in negozi in franchising e singoli punti vendita che si possono definire come delle gioiellerie dell'usato.

Poi c'è un'ulteriore distinzione tra chi ritira esclusivamente oro e altri metalli preziosi che poi vengono mandati in fonderia e chi ritira oro, metalli preziosi e altri oggetti e li rimette in vendita al pubblico.

I franchising più famosi sono "Oro in euro" , "Oro Cash" e "Metallo giallo" e sui loro siti si trovano tutte le informazioni necessarie anche come aprire un nuovo negozio. Genaralmente si fa a capo a una società che opera nel campo dei metalli preziosi e che delega a singoli individui il lavoro.

Tutto in regola, licenze, atti di vendita, nero su bianco con firma e controfirma e spesso i clienti girano più "compro oro" prima di decidere, quindi almeno che non ci sia una rete segreta di accordi tra loro difficilmente può rimanere "fregato".

Ciò che lascia perplessi non è quindi la legalità o la buona fede dei gestori di queste attività, ma le conoscenze e le competenze soprattutto di chi apre in franchising.

Questo lo abbiamo capito con una lunga chiaccherata con Natalia e Maurizio di "Polvere Oro", nei pressi della Stazione Centrale, lei da anni nel mercato della gioielleria e lui orafo, con precisi studi alle spalle che non sono certo paragonabili al mese di corso che offre un franchising per riconoscere l'oro dalla latta.

La morale di questa inchiesta è che: i disonesti esistono ovunque, non solo tra chi ritira l'oro e credetemi che nel momento in cui ne girate più d'uno si vede a colpo d'occhio chi è poco trasparente.

Infine, parola di chi lavora nel settore, il boom di compro oro durerà molto poco è una parabola discendente, anche se ora come ora sembra un grande affare.