Maurizio Giannattasio sul Corriere ci scherza su, anche perchè quello che è successo ieri in Largo Cairoli non può che far sorridere.
Ecco cosa scrive Giannattasio: Saranno state anche le vene del mondo, la circolazione capillare del pianeta immaginato come un sistema arterioso che scambia fluidi ed energia, ma il vigile che ieri passava in Largo Cairoli non ha voluto sentire ragioni: opera d'arte o meno quella era occupazione abusiva di suolo pubblico.
Duecento euro di multa e l'ordine di sgombrare in tempi brevi il marciapiede di via Dante dalle «vene» di ceramica.
Tempi duri per i giovani artisti milanesi. Hanno provato a spiegare che non si poteva interrompere così un'happening irresistibile, che le «vene» erano sbucate dalla terra, che c'era pronto un nucleo di intervento rapido (lo stesso artista e i suoi amici vestiti con tuta bianca e maschera antigas), che il mondo era ammalato e c'era bisogno di una diagnosi, che la prognosi si poteva sciogliere solo dopo le 18.
Il ghisa, insensibile all'estetica contemporanea, si è limitato a chiedere permessi e autorizzazioni.
Non c'erano. O almeno c'erano solo in parte e ha redatto il suo verbale. Prima la multa e poi lo sgombero.
Doveva essere un'installazione artistica, si è trasformata in altro. Ma a Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura, questa multa proprio non è andata giù, e così è intervenuto nella vicenda mettendosi dalla parte degli artisti. Non ha potuto far nulla contro la sanzione ma ha almeno evitato che l'installazione venisse spostata.
Insomma, è vero che la legge è legge, ma ogni tanto si potrebbe anche avere più elasticità.
Oppure no? Scommettiamo che anche in questo caso i milanesi si dividono. Molti pensano infatti che nessuno può permettersi di agire al di fuori della legge. Anche quando si tratta di arte. Anche quando c'è solo un cavillo in ballo.
Cosa ne pensate?