Siamo appena usciti – parzialmente – da una crisi sanitaria, ma ora è il momento di affrontare quella economica di bar e ristoranti.
In una Milano quasi quotidianamente vuota, almeno rispetto ai giorni precedenti al Coronavirus, si calcola una perdita di incassi parti all’80 per cento.
“Senza impiegati e turisti chiudiamo“, sono le dure parole dei vari ristoratori presenti in città. Non ha del tutto torto quindi il Sindaco di Milano Beppe Sala. Tanto criticato per la sua idea sullo smart working e ormai al centro delle polemiche, probabilmente ha ragione.
Bisogna quindi tornare sulle proprie scrivanie per salvare la situazione di bar e ristoranti? Probabilmente si. Infatti andrebbe leggermente meglio durante le sere del week end, ma la maggior parte dei milanesi preferiscono fuggire dalle città che si immaginano affollate, per rifugiarsi al mare, in montagna o al lago.
A sostegno di questa tesi interviene Luca Palermo, alla guida dell’azienda di buoni pasto Edenred. “Dal nostro osservatorio possiamo vedere una tendenza assolutamente confermata dai dati – spiega -.
Durante il lockdown, ovviamente, i buoni pasto sono andati tutti spesi nella grande distribuzione, oppure online. Ma la tendenza del post lockdown è preoccupante. Non tanto nei piccoli e medi centri urbani, ma nelle grandi città. Lo smart working sta levando quote di mercato agli esercenti“. Palermo poi racconta come il problema sia per tutto l’indotto: “I ristoranti hanno dipendenti che non percepiscono uno stipendio e fornitori che non vengono pagati“.